giovedì 28 giugno 2012

MARIA PATAVIA UN’ARTISTA CONTEMPORANEA

MARIA PATAVIA UN’ARTISTA CONTEMPORANEA

(Valentina Balduzzo)

"Maria Patavia imprime sulla tela le sue sensazioni ed emozioni più profonde rispetto a quello che la vita le porta ogni giorno in dono, attraverso forme e colori che rendono la trasmissione e comprensione del suo mondo intimo molto più vicine alla sensibilità di ognuno di quanto si possa credere da una visione
superficiale. Le caratteristiche principali  della sua produzione sono: la presenza costante di simbolismi legati al mondo animale o vegetale, come a voler sottolineare il profondo legame che intercorre tra essere umano e natura, legame molto spesso rinnegato e tutto da ritrovare nel mondo reale, accompagnato da figure femminili, a volte sicure e fiere altre volte insicure e tormentate, a cavallo di equilibri non sempre facili.
Altre caratteristiche, più o
meno costanti sono: sipari sull’infinito, rappresentato da un cielo azzurro e terso che si espande a perdita d’occhio; il mare quasi sempre in tempesta; astrattismi di forme per lo più accennate perse nei colori più vari; geometrie a volte nebulose e a volte squadrate; senso e voglia di libertà espresso attraverso i lunghi capelli, di donne voluttuose sconvolti dal vento o più semplicemente lasciati sciolti.
Questi sono i mezzi attraverso i quali Maria ci invita a non dare troppa importanza ai bisogni materiali, che ci incatenano alla follia irrazionale del dove essere, quando in ognuno di noi già c’è un mondo in embrione tutto da scoprire, paradossalmente razionale perché proprio ad ogniessere umano, che potremmo definire, in contrapposizione alla logica dominante, il voler essere. Il dover essere è alienante, il volere essere è la base più naturale da cui costruire il proprio io non solo emotivo. E’ certo che, quante più persone cominceranno a ragionare in questi termini, tanto più l’umanità avrebbe la possibilità di invertire la spirale di degrado in cui è incanalata da millenni."

Paolo busca e Pietro mangia: così si dice a Galatina


luminarie
A Galatina i Santi protettori sono San Pietro e San Paolo, la leggenda narra che entrambi si fossero fermati in questo luogo durante i loro viaggi di evangelizzazione del mondo, infatti nella Chiesa Madre è conservato un masso su cui, si narra, si fosse seduto San Pietro per riposare. 
Per quanto riguarda San Paolo, la leggenda vuole che fosse stato accolto in casa di un cittadino galatinese, il Santo per ringraziarlo dell'ospitalità fece si' che l'acqua del pozzo di quella casa fosse miracolosa.
L'uomo successivamente dedicò proprio a questo Santo la piccola cappella nella propria casa e da allora tutti i tarantolati si recavano nella cappella di san Paolo per chiedere la grazia della guarigione dal morso delle tarante.


A Galatina si dice “Paolo busca e Pietro mangia”, i galatinesi, infatti, considerano San Paolo “il santo dei forestieri”, quello per cui le tarantolate e i loro parenti giungevano da ogni dove per guarire dal morso del ragno, al cospetto del pozzo miracoloso intorno al quale fu edificata la cappella. Per grazia ricevuta dall’insondabile male, dunque, si dice che le offerte andassero a beneficio della festa di San Pietro.
Il ricordo di quei balli disperati oggi si può scorgere solo nei fremiti dei tamburelli che fanno bella mostra di sé dalle bancarelle degli artigiani giunti per la festa. Galatina “sorvola” su ciò che è stato, mette via il fiele velenoso del ragno e fa spazio alla sua festa dei santi, rispettando il più rigoroso copione della tradizione come a rivendicare quella normalità che per diversi decenni le è stata negata: essere la bella cittadina che indossa l’abito buono in onore dei suoi patroni piuttosto che l’epicentro del dolore, la meta da raggiungere per alleviare la pena, almeno per un po’.
Seguendo i più classici canoni della tradizione salentina, dunque, Galatina si adorna delle luminarie di Mariano, tra ghirigori, frontoni e gallerie di luce la processione di San Pietro e Paolo, giovedì 28 alle 20, muove dalla chiesa dedicata ai santi. La statua di San Paolo è in cartapesta mentre San Pietro è raffigurato da un busto in argento portato a spalla dai membri del comitato festa e delle confraternite. La serata di festa cambia musica, dalle 22, con i suoni a cavallo tra tradizione salentina e musica balkan di Giro di banda, concerto dellla trascinante formazione del trombettista Cesare dell'Anna.
Venerdì 29 alle 18 presso il Palazzo della Cultura convegno sul tema "I luoghi del tarantismo" con immagini, fotografie e interventi di docenti di antropologia culturale. A seguire una rappresentazione danzante e scenografica del fenomeno. In serata si torna alle sinfonie bandistiche con la banda di Sogliano mentre il cielo si accende con lo spettacolo di fuochi d’artificio della ditta La pirotecnica del Sud, di Galatina, e la ditta Pascali di Castrì.
Ancora musica popolare salentina, questa volta nel solco della tradizione, sabato 30 con “La notte della pizzica salentina” che vede alternarsi sul palco Li Pizzimeni e i Kamafe

mercoledì 27 giugno 2012

Bucce di fico d'india fritte

Bucce di fico d'india fritte

 

Ingredienti

bucce di fichi d'india mature sode e carnose
uova
farina
zucchero semolato o miele.
Sbattete le uova
.

Con un coltellino molto affilato togliete la buccia dalla pellicola esterna, passate la polpa così ottenuta prima nell'uovo sbattuto e poi nella farina. Friggete in abbondante olio di oliva, scolatele e ponetele su carta assorbente.

Cospargete di zucchero semolato o miele.

martedì 26 giugno 2012

Otranto: Festa San Pietro e Paolo

Da giovedì 28 giugno 2012 a venerdì 29 giugno 2012
L'occasione della Festa di San Pietro e Paolo ad Otranto offre l'occasione di visitare il bellissimo contesto cittadino in cui si svolge e l'opportunità di immergersi nei sapori culinari e nel variopinto folclore salentino.
Otranto con la Festa di San Pietro e Paolo propone un calendario semplice e “genuino”, in cui il gusto di ritrovarsi insieme “sotto il campanile” non potrà mai venir meno nei borghi del Belpaese: si ricordano i santi patroni, si gioca al tiro alla fune, ci si diverte con il tiro al barattolo e poi tutti a degustare “pennette, pitulle, pesce fritto, anguria e vino” al suono di pizzica e tarantella, in un processo constante e prezioso di "riappropriazione" delle tradizioni, della cultura locale, tra il fascino e le suggestioni di un paese dal sapore prezioso, per la sua storia, le emergenze artistico e architettoniche che racchiude, le tradizioni che si perdono nella notte dei tempi e l'abilità dei tanti artisti e artigiani locali che con maestria sanno far rivivere tuttora, dai materiali locali, suggestioni e saperi unici.

lunedì 25 giugno 2012

Imperdibile....solo per te!

OFFERTE LAST MINUTE GIUGNO

L'estate al B&B Il Granello di Senape è già arrivata! 

Vi proponiamo un'imperdibile offerta dal 30 giugno al 7 luglio, un periodo ottimo per godersi il mare con le sue giornate lunghissime e il caldo intenso lontano dal caos cittadino. 

L'offerta B&B Il Granello di Senape prevede:
  • 210 euro a persona a settimana;
  • 7 notti
  • colazione ricca salentina
  • Sconto del 100% (quindi GRATIS) per i bambini dai 0 agli 11 anni;
  • Sconto del 60% per i bambini di età 12/16 anni,
  • Sconto del 30% se villeggiate in coppia.

Purpu alla pignata

Purpu alla pignata

Un vecchio detto dice: “La morte de lu purpu è la pignata” (“La morte del polpo è la pignatta”). Niente di più vero! Il polpo del mare del Salento tagliato a tocchetti e cotto nella tradizionale pentola insieme a pomodori, cipolla, prezzemolo, olio e pepe nero – c’è chi ci aggiunge anche cubetti di patate lesse – è un piatto che unisce sapori di terra e di mare, e il risultato è un gusto unico.

Ingredienti: 1 polipo - 2/3 pomodori maturi - 1 cipollina - 1 mazzetto di prezzemolo - 1 spicchio d'aglio - 1 foglia d'alloro - 2/3 chicchi di pepe intero - olio q.b.
  Si "batte" a lungo il polipo per ammorbidirlo, si taglia a pezzi e si lava. Poi si mette a cuocere in una "pignata" con i pomodori maturi tagliati a pezzi, l'aglio, il pepe intero e gli aromi. Si aggiunge l'olio e si fa bollire lentamente senza nè acqua nè sale (lu purpu se cucina cu l'acqua soa stessa). Facoltativa l'aggiunta di un pò di peperoncino.

venerdì 22 giugno 2012

Il rustico leccese

Ingredienti per 6 rustici:
 - 500 gr pasta sfoglia
- 125 gr mozzarella tritata
- 150 gr salsa di pomodoro a pezzi
- Besciamella (40 gr farina – 30 gr burro – 250 ml latte)
- 1 uovo
- Olio, sale, pepe, noce moscata
Procedimento:
Preparare una besciamella densa aggiustando di sale, pepe e noce moscata.
Aggiungere alla besciamella, ancora sul fuoco, la mozzarella tritata e mescolare finché quest’ultima non si sia sciolta per bene. Dopo lasciare intiepidire il composto. Condire il pomodoro a pezzi con un po’ d’olio e sale.
Ora stendere la pasta sfoglia fino ad ottenere uno spessore di 3-4 mm; ritagliare sei cerchi di circa 10 cm e sei cerchi di circa 12 cm.
Disporre sui cerchi più piccoli una cucchiaiata abbondante di besciamella e un cucchiaio scarso di salsa. Ricoprire i dischetti conditi con i cerchi più grandi, sigillando bene i bordi.
Disporre i rustici su una teglia con carta da forno e spennellare con l’uovo sbattuto.
Cuocere a forno preriscaldato a 250° per 10 minuti circa.
Il rustico appena sfornato è davvero bollente poiché la besciamella sale di temperatura prima del resto degli ingredienti. Per questo motivo, per gustarlo al meglio, è necessario attendere qualche minuto. Ovviamente non esagerate con l’attesa o diventerà freddo. Ad ogni modo, dubito che riuscirete ad aspettare più di qualche minuto. Una vera delizia firmata… Salento!